In uno dei tanti treni speciali
istituiti alla volta della Città Eterna, cinque viaggiatori, provenienti da
varie parti del mondo, decisero di proseguire insieme il loro cammino, poichè
tutti si recavano al Giubileo dell' anno 2000. Cercarono uno scompartimento da
occupare in gruppo e, trovatone uno con un solo viaggiatore, si accomodarono. Si accorsero che su una poltrona era stata abbandonata una rivista, i cui
titoli di copertina rimandavano a un servizio interno che bandiva un concorso: "
2000 l'anno del .... Quale parola suggerisci al Papa per il discorso d’inizio Giubileo?”.
Il viaggiatore che lo vide e lo lesse per
primo propose: <Scriviamo che sarà l'anno del Navot e
firmiamolo congiuntamente>. Il secondo rispose: <Sono d'accordo per la firma di gruppo, ma ritengo
piuttosto che sia l’anno del Pokój>. <Io non so né di Navot né di Pokój - disse
il terzo - ma vorrei proprio che il 2000 fosse l' anno del Sulh. Proponiamolo tutti insieme>. Il quarto viaggiatore, protestando, pretendeva
che nessuna, al di fuori di Béke,
doveva essere la parola eletta a testimonial del nuovo millennio. Ma il quinto,
un poco infuriato, gridò: <Tacete tutti! A Roma, con un telegramma, suggeriremo al Papa che è
di Mir che il 2000 ha bisogno e di
null'altro, e il mio paese ne è l'esempio.> Si misero tutti a discutere animatamente, finché il
diverbio si trasformò in litigio e cominciarono a strapparsi violentemente la
rivista dalle mani l'uno dell'altro. La ridussero a brandelli di carta
inutilizzabili e, stavano per venire alle mani, quando decisero di rimettersi
al giudizio della proverbiale saggezza dei vecchi. Allora chiesero di dirimere
la controversia all'uomo che, seduto
nello stesso scompartimento, sin dall'inizio aveva assistito alla discussione
e non era mai intervenuto. <Bene - rispose l' anziano signore - Se all'arrivo
verrete con me, risolverò la vostra questione con piena soddisfazione di tutti>. Giunti che furono a Roma, li
portò in una grande biblioteca dove chiese di consultare i cinque vocabolari
che traducevano le lingue parlate dai contendenti, in Esperanto, la lingua
universale, e li aprì sulla parola paco. Tutti furono contenti poiché infatti di quella parlavano, pur chiamandola
ciascuno col termine usato nella propria lingua. E così, anche se la chiamano
con nomi differenti, dal momento che tutti parlano di pace, perché litigano?
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