giovedì 13 novembre 2014

Babele 2000 d.C.


In uno dei tanti treni speciali istituiti alla volta della Città Eterna, cinque viaggiatori, provenienti da varie parti del mondo, decisero di proseguire insieme il loro cammino, poichè tutti si recavano al Giubileo dell' anno 2000. Cercarono uno scompartimento da occupare in gruppo e, trovatone uno con un solo viaggiatore, si accomodarono. Si accorsero che su una poltrona era stata abbandonata una rivista, i cui titoli di copertina rimandavano a un servizio interno che bandiva un concorso: " 2000 l'anno del .... Quale parola suggerisci al Papa per il  discorso d’inizio Giubileo?”.




Il viaggiatore che lo vide e lo lesse per primo propose: <Scriviamo che sarà l'anno del  Navot e firmiamolo congiuntamente>. Il secondo rispose: <Sono d'accordo per la firma di gruppo, ma ritengo piuttosto che sia l’anno  del Pokój>. <Io non so né di Navot né di Pokój - disse il terzo - ma vorrei proprio che il 2000 fosse l' anno del Sulh. Proponiamolo tutti insieme>. Il quarto viaggiatore, protestando, pretendeva che nessuna, al di fuori di Béke, doveva essere la parola eletta a  testimonial del nuovo millennio. Ma il quinto, un poco infuriato, gridò: <Tacete tutti! A Roma, con un telegramma, suggeriremo al Papa che è di Mir che il 2000 ha bisogno e di null'altro, e il mio paese ne è l'esempio.> Si misero tutti a discutere animatamente, finché il diverbio si trasformò in litigio e cominciarono a strapparsi violentemente la rivista dalle mani l'uno dell'altro. La ridussero a brandelli di carta inutilizzabili e, stavano per venire alle mani, quando decisero di rimettersi al giudizio della proverbiale saggezza dei vecchi. Allora chiesero di dirimere la controversia  all'uomo che, seduto nello stesso scompartimento, sin dall'inizio aveva assistito alla discussione e non era mai intervenuto. <Bene - rispose l' anziano signore - Se all'arrivo verrete con me, risolverò la vostra questione con piena soddisfazione di tutti>. Giunti che furono a Roma, li portò in una grande biblioteca dove chiese di consultare i cinque vocabolari che traducevano le lingue parlate dai contendenti, in Esperanto, la lingua universale, e li aprì sulla parola paco. Tutti furono contenti poiché infatti di quella parlavano, pur chiamandola ciascuno col termine usato nella propria lingua. E così, anche se la chiamano con nomi differenti, dal momento che tutti parlano di pace, perché litigano?


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